Ormai "guerra ibrida" è diventato un termine ricorrente, anche se forse non ancora comune o quantomeno non il più utilizzato. Certo è che le guerre degli ultimi anni sono molto diverse da quelle dei decenni scorsi, non per la tecnologia delle armi ma proprio per la tecnologia di interagire e cioè manovrare o guerreggiare a distanza. L'esempio più lampante sono i droni, che sempre più vengono utilizzati per colpire siti e postazioni mirate e di sonseguenza avanzare - seppur gradulamente - in maniera costante.
Le guerre ibride possono essere viste quasi come un modo di spargere sangue senza sporcarsi le mani, un modo per fare guerra rimanendo a tratti distaccati dal vero campo di guerra. Cosi le nazioni più evolute hanno la possibilità di guerreggiare senza mettere a rischio la propria incolumità, mentre le nazioni povere sono impossibilitate nella repereibilità di questi aggeggi diabolici che fomentano ancora di più la voglia di sangue nel mondo

